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     piùnotemenoparole  
    Poche parole  
    Molte più note  
    Gima ruli bi  
    du tlecche mofo za lo O  
    que urinne fiu  
    Lanto iodreptivuo chiunésvi 
     hm ha/u  
    epri opò tofinii  
      
     | 
    
     son contento
    di esser nato  
    (Son contenti di esser nati)  
    Maramao, morto, è risorto  
    Davide Gagliolo  via Revello12  2482624  
    Anna Velardi  corso Traiano91 748098  
    Giovanni Cometti Casarotti  via Nizza4  347031  
    Laura Abenante piazza Derna 35  993653  
    Fornasero  via Gioberti 2  5114800  
    Salvatore Quacquarelli  corso Francia 80  645541 
      
     | 
   
   
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     il pesceparla
     
    Nuota  
    la trota e non cerca lo sguardo  
    lascia al pavone far la  
    ruota  
    lascia il "messaggio" dentro la sua bottiglia  
    e fa gli occhi di triglia  
    Dada  
    che le parole sono pietre  
    se parla un pesce spada  
    rete!  
    sempre più strette sono fatte le maglie  
    che viene sete  
    Quando c'è un poeta che s'illumina da solo  
    che verseggia col vetriolo che si vuole fare asceta  
    peggio ancora un patriota che maneggia del tritolo  
    non gli chiedere promesse che poi son sempre le stesse  
    Non voglio pensare a quanto ce n'è  
    di mare intorno a me  
    olio in padella  
    se ritorno in me  
    Nega  
    di respirare coi polmoni  
    il gretto pesce sega  
    vince  
    e fa pescare il pesce Falcemartello  
    lui resta stare a galla  
    Guarda  
    che sta passando una sirena  
    io la vorrei invitare a  
    cena  
    se la lasciassero gli umani che tanto  
    ne temono anche il canto  
    Quanti sono i fanti in un mazzo di stridenti  
    vaghi inutili volubili o peggio inconcludenti  
    come fossero le razze a cambiare come nuoti  
    o restassero gli squali con gli stomaci più vuoti  
    Non voglio pensare a quanto ce n'è  
    di mare intorno a me  
    olio in padella  
    se ritorno in me  
      
     | 
    
     fole
     
    prima ago di bussola  
    pensavo a cosa fosse il nord  
    ma adesso migro con le rondini  
    o posso stare dove sto  
    prima ero un giocattolo  
    che non potevi rompere  
    ora un barattolo di favole  
    che non son frottole perché  
    tu sei la mia Sirenetta  
    la principessa con la sua scarpetta  
    la figlia del Corsaro Nero  
    un Pollicino che cerca il sentiero  
    prima ero una zattera  
    che disdegnava l'isola  
    con questo brutto mio carattere  
    non meritavo quel che ho  
    Quanto ero tirannico  
    a comminare, e  anche per  me  
    torture a base di solletico  
    di solo sforzo atletico  
    ma tu hai baciato il tuo  rospo  
    e ti accontenti di un rospo più fosco  
    e resti sopra il tuo pisello  
    perché convinta che sia proprio bello  
    tu sei il Babà per i ladroni  
    sfreghi una lampada e piovono doni  
    sei come Pippi Calzelunghe  
    voli in pallone anche senza mutande  
    con te le mille e una notte  
    le passerei anche a prenderci a botte  
    tu sei la Bella Risvegliata  
    ora Pinocchio ha trovato la Fata  
       
      
      
     | 
   
   
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     oriundo
    indigeno  
    Oriundo Indigeno  
    di una tribù  
    con niente più  
    manca l'ossigeno  
    e l'anima fotografi  
    Mulatta creola  
    la dai l'aureola  
    a Rousseau  
    Robinson Crusoè  
    mangia la carne a Venerdì  
    Nairobi  mai rubi l'oro di  
    ‘Ngoro ‘Ngoro  
    Leopardi Manzoni pascoli  
    e mungi caucciù  
    Frank Capra non crepa e i cavoli  
    poi toccano a me  
    Strali d'Australia all'autarchico  
    e autistico re  
    Bella aborigena  
    batti il tam tam  
    di chewing-gum  
    sei telegenica  
    fai spot  
    di carta igienica  
    sinuosa antilope  
    problemi d'adipe non hai  
    il sangue circola  
    l'infida Europa infibula  
    Migrante autentico autoctono  
    planetario  
    cosmopolita razziato  
    cosmo pulito  
    la specie mia sifilitica  
    casta o sterile  
    stirpe genia razza egemone  
    si estingue da sé  
    indegno indìgente  
      
     | 
    
     lo schiaffo che
    ti dà l'Apache  
    sciaf sciaf sciaf...  
    Questo è lo schiaffo che ti da l'Apache  
    sa di tabasco e sopracciglio infranto  
    ti esplode in faccia la scintilla e il gas  
    caduto il basco nulla frena il pianto  
    per lingua morsa ti ammutolirà  
    che tu sia in ballo o sulla seggiola  
    ceffone autentico sganassa sventola sconquassa e cade la mandibola  
    Non è un solitario ma un duetto straordinario  
    io lo do a te tu lo dai a me  
    un bello schiaffone uno sciacquone di tensione  
    in singolar tenzone  
    Schiaffo morale che ti da l'Apache  
    le mani in pasta giù dal fiero pasto  
    che la tua faccia così double-face  
    la giri apposta a coprir l'occhio pesto  
    punito il velleitario e l'ordinario  
    pulito dalle cinque dita e mesto  
    lo sganassone fuori dal contesto che a calar le braghe ti farà più lesto  
    Turbinio del ballo ma tu fermati sei bella  
    io che già so  tu che già sei  
    piovono papagne ma che paiono cuccagne  
    male non ti fa  
    sciaf sciaf sciaf...  
    L'indiano, il metropolitano e il trash,  
    lo prende a schiaffi e ti si siede accanto  
    ti sbianca il volto ancora più del dash  
    ti getta il sasso e non nasconde il vanto  
    ti blocca l'auto con le sue ganasc  
    e ti svergogna per quanto sei kitsch  
    ti fa cadere tutti i tuoi posticci e poi più non ti spacci per ciò che pur
    sei  
    Sciaf!  
      
     | 
   
   
    | 
     d'inedia
     
    D'inedia, più  non si muore  
    d'inedia, anche dovessi legarmi alla  
    sedia, per fare un po' di  
    commedia, convinto che lo potrei  
    di fame, vivere solo di brame  
    ed allargando le spire e le squame  
    c'è un cuore d'oro e di rame  
    che batte forte perché‚  
    Non si arrende dal castello  
    che pretende da una stanza  
    perde sempre sul più bello  
    non la fede, la costanza  
    Che non l'hai decisa dalla mattina  
    che hai perduto a carte o a nascondino  
    che non puoi stare solo per più di un giorno  
    ma non vuoi nessuno intorno  
    Di stenti, al freddo battendo  
    i denti, ed in balia di bizzose  
    correnti, commenti troppo  
    pesanti, se tiri avanti è così  
    Di sete, e nell'arsura più  
    dura, in un deserto le ore più  
    liete, perché con tanta  
    paura, non sei rimasta laggiù  
    Chi s'è arreso perché ha vinto  
    nella quiete, l'orticello  
    poi ricicla per istinto  
    spazzatura di metallo  
    Dentro queste case, nelle famiglie  
    difese con i cocci delle bottiglie  
    purché‚ non esca niente fuori ed entri solo  
    sicurezza presa a nolo  
    La chiave, che chiude a chiave  
    il portale, che chiude a chiave champagne  
    e caviale, dove rinchiuso  
    un (sgrunf sgrunf) maiale  
    s'ingozza e ingrassa per te  
    la stanza, abitata dalla  
    speranza, di frigo pieno e capiente  
    credenza, che non ci vuole  
    una scienza, se le sostanze le hai  
    Non si arrende dal castello  
    che pretende da una stanza  
    perde sempre sul più bello  
    non la fede, la costanza  
    Che non l'hai decisa dalla mattina  
    che hai perduto a carte o a nascondino  
    che non stai con nessuno per più di un giorno  
    e solo vuoi qualcuno intorno  
      
      
     | 
    
     anticipo
    ritardo  
     Anticipo ritardo  
    palle da biliardo  
    parole già logore  
    Anticipo ritardo  
    chiudo gli occhi e guardo  
    labile il pensiero è  
      Transitività  
    ti ha ascoltato prima di sentirti  
    e sapeva già  
    non capisci che-non-hai-da-dirti  
      Anticipo ritardo  
    le forze che disperdo  
    sperando di non vincere  
    Il facile traguardo  
    taglio come un dardo  
    solo per pentirmene  
      Transitorietà  
    è quando ti restano dei soldi  
    se hai comprato già  
    sette leghe di stivali nei saldi  
      Cosa ci fai nella tua nazione  
    non prendi mai espresso alla stazione  
    non guardi mai  
    partite di pallone  
    Che cosa c'è che ti può aiutare  
    a scegliere tra cielo terra e mare  
    a farti stare addosso, a farlo già d' adesso  
       Anticipo-ritardo  
    per essere ingordo  
    o per un ascesi in jet  
    Anticipo ritardo  
    temerario codardo  
    solo sempre quando non dovrei  
     Transustanzierò  
    prima che mi possa incidentare  
    mi anticiperò  
    piuttosto che il claxon meglio morire  
      Anticipo ritardo  
    sempre il primo a sperarlo  
    ma l'ultimo a sapere che  
    non esisteva il prima  
    non esisterà il dopo  
    il labirinto ed il topo sei  
    Transitorietà  
    è quando ti restano dei soldi  
    se hai comprato già  
    sette leghe di stivali nei saldi  
      Cosa ci fai in mezzo agli altri umani  
    dagli la mano e lavati le mani  
    la lotteria  
    è lotto continuo  
    Ero già qui prima che arrivassi  
    non ci sarò se mi aspetterai  
    punto sempre a capo, ma faccio la coda  
      Anticipo-ritardo  
    sì che me ne accorgo  
    ma quando è già tardi ormai  
    se giovane, balordo  
    se vecchio, Testa testardo,  ma quanto ancora t'indignerai !?  
      
     | 
   
   
    | 
     al mio cuore
    aritmico  
    Tutte assurde lettere  
    scrivi se poi  
    a chi spedirle non ci pensi mai  
    al mio cuore aritmico  
    tanta poesia  
    quella è sempre stata dalla mia  
    <... Ritornerai a cacciare le lucertole  
    ma il sole che ti brucia mi scottava già  
    si toglierà la corrente anche alle lucciole  
    la sola luce che ho seguito sempre...>  
    Svendo tutti i titoli  
    ed i trofei  
    poi del resto cosa ne farei  
    se il mio cuore pavido  
    poco che sia  
    io non riesco ancora a darlo via  
    <... Ancora sai di selvatico, di cucciolo  
    vivi nel  bosco "Nonconosco Però So"  
    ci parli ormai solo con parole sdrucciole  
    con quella voce che ha taciuto sempre...>  
      
      
     | 
    
     fantasmi
     
    Mi rincorrono dei fantasmi  
    più veloci di me, con le catene sul pavimento  
    stanno alla luce anziché al buio  
    io gli parlo però, è se rispondono che poi non li sento  
    Hanno spirito i miei ectoplasmi  
    si divertono a infilarsi nei vestiti da donna  
    ed hanno un corpo quasi vero  
    che ti attira a sé sebbene tu conosca il mistero  
    ma sono di compagnia, li rimpiangi quando li hai cacciati via  
    Mi deridono i miei fantasmi  
    che al contrario di me, si alzano di prima mattina  
    e li ritrovo al mio risveglio  
    mi preparano il tè, con un filtro che non trovi in cucina  
    lenzuola esoteriche, apparizioni, gravidanze isteriche  
    Mi deludono i miei fantasmi  
    quando scendono giù e li vedo camminare per terra  
    o se mi chiedono una tregua  
    o peggio complicità proprio quando sto giocando alla guerra  
    Sto rinchiuso tra i miei fantasmi  
    con i soli che han voglia di entrare dentro questo maniero  
    passano dalla porta chiusa  
    e minacciano di diventare carne ed ossa davvero 
       
     | 
   
   
    | 
     si spegne così
     
    Una stella che cade giù  
    i desideri che avverati son sprecati  
    non esprimo più  
    la meteora cade ma sai  
    i giorni che hai rubato ai sogni che hai perduto  
    non li conti mai  
    Ho fatto già tutto quel  
    che non c'era da fare  
    per gioco anche il poco che  
    si avverato già  
    E' caduto un sasso per me  
    bazzecola che ammasso  
    a baggianate che ho  
    cercate e meritate  
    <Il tuo desiderio qual è  
    puoi dirmelo anche piano  
    inventarlo piuttosto che io cada invano>  
    Non so cosa chiedere  
    non so più dove andare  
    so solo che solo ormai  
    non mi basto più  
    Una luce che scende qui  
    in un mare di frottole precipita  
    e si spegne così  
       
      
      
     | 
    
     non ti ho
    perso  
    e farnetico  
    in asso  
    vengo addosso  
    solo avverto  
    sconcerto  
    piango  
    le mie lacrime di fango  
    Non ti ho perso  
    son scappato via  
    prima di sentirti lontana  
    e adesso  
    mi riverso  
    in troppa roba mia  
    voglio cancellare il mio addio  
    se non so camminare più  
    è perché ogni volto  
    che mi viene incontro,  
    poi, non sei tu  
    non ti ho ancora perso  
    anche se lo so  
    che sono lontano da te  
    quanto son lontano da me  
    son disperso  
    non  vedo e sento più  
    stanca esser sfiancati di sé  
    e non riesco a schivare più  
    tutto il contro che mi viene incontro  
    incantavi tu  
    se ti ho perso  
    scriverò così  
    che tu sei lontana da me  
    ma io sono vicino a te  
    dove siamo adesso?  
      
     | 
   
   
    | 
     la musica sono
    io  
    La musica sono io  
    perché son stanco di parlare  
    e non ripeto ed anzi smetto  
    mai più il sublime sublimare  
    La musica sono io  
    anche Dio ne è contento  
    Francesco che parlava ai lupi  
    ma io se parlo li spavento  
    la musica sono io  
    e non scusate la modestia  
    da bestia apro la bocca e latro  
    niente foglia davanti e niente dietro  
    io tengo queste note  
    come si tiene quando si è preso  
    è atteso, e se apro la cerniera  
    alzo la cresta e scuoto la criniera  
    e l'aria sono io  
    canto la voce e poi canzono tutto  
    e cambio il brutto in bello e intono il mondo  
    ch'era squadrato e ho tramutato in tondo  
    la musica sono io  
     etutto il resto presto sarà nulla  
    la culla ha dondolato al pianto mio  
    il suono che ora scardina cella  
    la musica sono io  
    e non mi sento perché sono  
    e non mi penso perché esisto  
    fratello suon di Giuda e Cristo  
      
     | 
    
     congiuntivo
     
    Democrazia:  
    tecnica per la risoluzione non violenta dei conflitti  
    La grammatica della musica  
    è proprio un mago pallido per l'età  
    che sia che fossi  
    che sia stato che fossi stato  
    voglio cedere la mia costola  
    perché la musa, debole, morirà  
    Da quanto lo sto sentendo  
    da un luogo senza Dio  
    come se finisse tutto  
    quando sarò morto io  
    tra l'inferno sotto i piedi  
    ed il cielo su di noi  
    c'è la vita fragile  
    ma rimando sempre a poi  
    quanta acrobazia dell'autentico  
    pagliaccio triste e isterico della democrazia  
    che possa che potessi  
    che abbia potuto o che lo avessi  
    Ma spero che resista  
    il congiuntivo  
    nonostante ci disgiunga tra noi  
    per quanto resti al chiuso  
    rimango vivo  
    contendo il posto ai santi e agli eroi  
    Cato Cicero Crusca…  
      
     | 
   
   
    | 
     friggo l'aria
     
    Sono di passaggio nella vita tua  
    La lingua mi s'inceppa nel linguaggio  
    Morsa fugge via  
    Questo il mio appannaggio cascamorto già  
    Di certo non ci vuole un gran coraggio  
    Ma ce ne vorrà  
    Con te con te con te friggo l'aria per te  
    Perché non ho pietanza e sostanza perciò  
    Ti do ti do l'ombrosa ma ambrosia che ho  
    Semmai se puoi solo se vuoi  
      Ho ancora voglia di giuggiolare  
    Sono di passaggio tocca e fuggo via  
    Ma in quanto affetto da libertinaggio  
    Che ti fa malia  
    Tutte sotto vetro le carenze ho  
    Che guardo avanti e ti accarezzo indietro  
    Entro ma uscirò  
    Da me per te giacché friggi l'aria con me  
    Che se non ho pazienza e quietanza però  
    Di più di più prometto e ti chiedo di più  
    Più su più giù di più o mai più  
      
      
     | 
    
     ecco che mi
    secco  
    Mi secco  
    ecco che  
    stecco  
    Arido  
    divento  
    e smetto  
    di compiargermi poichè  
    lacrime evaporo  
    puro e duro  
    brucio  
    con Savonarola  
    ah!  
    con Giordano Bruno  
    oh!  
    con Giovanna d'Arco  
    ah!  
    quattrocinquantuno  
    Farheneit  
    son Cecco  
    foco e  
    ceppo  
    strega  
    non sono  
    ma orco  
    Ardo  
    sacro fuoco  
    il resto  
    dura poco  
    ico-ere-sfittico-clasta  
      
     | 
   
   
    | 
     ricco illuso
     
    Vorrei tutti ricchi quanto me  
    che son ricco come e più di un re  
    Canta, che la formica è stanca  
    Dorme, non gode il suo raccolto  
    Quanta, è la terra che ti manca?  
    Veglia, che i sogni miei racconto  
    Resta, qui tutti i giorni è festa  
    Conta, di viver su una pianta  
    Basta, montarsi un po' la testa  
    Mento, non poco m'accontenta  
    Sono un ricco illuso giro come un fuso  
    che vuol non filare  
    Sono nato nudo perché la camicia  
    non la so stirare  
    Sono un ricco illuso vivo in paradiso  
    tra morte ed amore  
    Sono ricco e illuso senza essere colluso  
    col mercato pop  
    Sento, ma ad ascoltare stento  
    sei lento, e non parli che al presente  
    pianto, di conto e di lamento  
    vanto, il mio possesso, niente  
    Vento, mulino e Sancho e Panza  
    censo, polistirolo espanso  
    Penso, Chisciotte senza mancia  
    Son Spesso, che me ne vado a spasso  
    Sono un ricco illuso giro come un fuso  
    che vuol non filare  
    Sono nato nudo perché la camicia  
    non la so stirare  
    sono un ricco illuso anche se contuso  
    ed allo spasimo  
    Non bastono il mulo, o carico il somaro come un asino  
    Sono un ricco illuso ciuccio
    dai miei giorni  
    Tutto il nettare  
    Non ti risparmiare se tu vuoi succhiare
     
    fino al polline  
    Chi mi vuol rinchiuso chi mi vuole appeso  
    non rimprovero  
    Sono un ricco illuso sempre vilipeso  
    da chi è povero  
    Lo vuoi, il mio mercimonio che nessun crollo in borsa  
    può intaccare mai  
    Ce l'hai, il mio patrimonio tu che con parsimonia  
    custodisci i tuoi 
      
     | 
    
     quel che
    voglio (o sbaglio?)/quello che desidero poi quando ce l'ho
     
    Ferve l'immaginazione  
    che serve però  
    se ti penso già ti trovo:  
    mi preparo un po'  
    Quel che voglio sei tu  
    tutto il resto non conta più  
    di pensare a me stesso  
    non ne posso più adesso  
    Son deciso perchè  
    basta solo che sia con te  
    questa volta non sbaglio  
    quel che voglio sei tu  
    Nell'incontro di ogni giorno  
    ti fermo il tran tran  
    chiedi cosa faccio: scrivo  
    e vivo, nonchalant  
    Quel che voglio lo sai  
    che tu sia il primo tra i miei guai  
    a valere da solo  
    tutto il vino che scolo  
    Sono certo tu sia  
    quella che mi si porta via  
    ti sonnambulo sveglio  
    dove voglio vai tu  
    Né tra un giorno né tra un anno  
    me ne pentirei  
    beh, ne sono quasi certo  
    come tu lo sei  
    Ieri non avevo te  
    ma tu eri il mio sogno più bello  
    oggi che tu sei con me  
    non mi resta nemmeno più quello  
    tutto ciò che luccica voglio possedere  
    certo i tuoi occhi brillavano ieri  
    ma oggi non splendono più, perché  
    Ieri che pensavo a te  
    non riuscivo a dormire e a mangiare  
    oggi forse mangerò  
    ma che fingere sarà cantare  
    quello che desidero poi quando ce l'ho è  
    come i tuoi occhi che mai ho guardato  
    e che certo non vedrò più  
    come i tuoi occhi che non ho mai visto  
    ma che certo non vedrò più  
      
      
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     la guerra è
    già finita  
    Ritornano dal fronte felici per noi  
    La guerra è già finita cantiamo gli eroi  
    E se hanno combattuto l'han fatto proprio per me  
    per far sapere a tutti  il giusto cos'è  
    Se ne faremo un'altra in prima linea sarò  
    Per non avere dubbi su quello che ho  
    Difenderò il mio culto sfrenato di me  
    Il nostro mondo piatto il solo che c'è  
    La guerra è già finita però non la mia  
    Che povero combatto la ricca mia apatia  
      
      
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     Franza o
    Spagna purché se magna  
    Al soldo di chi sia  
    Prima col re  
    Poscia col prè  
    Sia Franza o Spagna purché se magna  
    Bene e tanto  
    Profano in sacrestia  
    Perso per te  
    Penso per me  
    Paga la mossa delle tue ossa ohiné  
    Non perder l'occasion  
    D'esser gentil  
    Con il lenon  
    Son prostituto mai ravveduto al fin  
      
      
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     feto felix
     
    (Solo versi/acci…)  
       
      
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     Arti lettere
    onor tutto è stoltezza  
    In quest'età dell'indorato sterco  
    Che il subitaneo lucro unico apprezza  
      
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     exit poll
    22/3/94'  
    ovvero la sconfortante scarsità di tronche per l'italico autor
     
    Più giù l'Exit Poll  
    non c'è qui pro quo  
    laggiù gioventù  
    bla bla libertà  
    Da qui me ne andrò però  
    benché‚ vieppiù lacchè‚  
    così kappao casqué‚ sofà parquet felicità, mai  
    fai da te vin brul‚ più ragù  
    lunedì tribù ammazzacaffè  
    società velocità robot metro checché città  
    3x2 di pancarrè finché‚ dossier bidè a gogò  
    nel mare cuore amore fiore  
    cambierà, altroché‚ cachet su e giù con Goering Pinochet  
    Qui chi si mi boh più blu perché‚ cioè ci manchi tu  
    se non che velocità non tornerà la
    libertà           
    Sole  
    ora dì giacché‚ purché‚ sarà purè o
    serietà            
    solo  
    già però Toto così et Ninì
    Tirabusciò              
    non volo  
    tu tu tu tu  blu blu blu
    blu                         
    me lo canto  
    no no no no  ma ma
    m'ama                             
    me lo suono …etc…  
      
      
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     Conglobo o mondo? 
      
    Particolare  
      
     Dal profondo del mio Es 
    Faccio
    appello assente al lessico 
    del pensante
    mio, già un classico 
    d’occidente versus est? 
      
    Universale 
      
    Manifesta e
    spasima 
    un pretesto
    verosimile 
    nel contesto
    e col consimile 
    l’animo con
    l’anima 
      
    Particolare
    - Universale - Particolare - Universale 
      
    Con globo,
    conglòbo o mondo? 
    Mi domando e
    mi rispondo 
    di / a da / in
    con su / per tra / fra 
      
    l’altro da
    me 
    l’altro da
    me c’è ma… 
    faccia:
    entrare tutta la bellezza 
    faccia:
    uscire tanta la schifezza  
    non ti vedo
    perché ti ho di fronte 
    sguardo
    squarcio solo l’orizzonte 
      
    ih,
    iiiidrofo! non xenofo  
    scoh,
    oooostante, non bastante 
      
    pure il
    mondo lo difendo  
    in disparte
    lo confesso  
    quello che
    mi serve prendo 
    se non parte
    del consesso  
      
    Con globo,
    conglòbo o mondo? 
    Mi domando e
    mi rispondo 
    di / a da /
    in con su / per tra / fra 
      
    l’altro da
    me 
    l’altro da
    me c’è mah? 
     fame, quanta fame che ho di mondo 
    fama, non mi
    chiama, non rispondo 
    appetito,
    segue evacuazione 
    ad ogni tuo
    gesto fa attenzione 
      
    eh,
    eeeegotista, rigorista 
    di- istante,
    ma presente 
      
    pure il
    mondo lo difendo (paura di morire-paura da morire) 
    in disparte
    lo confesso  
    quello che
    mi serve prendo 
    solo fuori,
    sempre fuori dal consenso   
      
    popò-polare 
      
     | 
   
   
    | 
     sono atteso in
    paradiso  
    Mi han chiamato all'improvviso  
    Oh! Oh!  
    Sono atteso in paradiso  
    Sì! Sì!  
    L'arte di saper morire  
    La mia fine cellulare  
    Programmata naturale  
    Non la riesco a concepire  
    Il mio slancio equilibrista  
    Tende un filo tra le cose  
    L'ombelico tiene l'asta  
    Se non guarda giù  
    Batte le ali scuote il cielo  
    Squarcia il velo l'angelo che è in volo  
    Fossi il primo che l'avvista  
    O l'ultimo della lista  
    Fosse l'ira sua funesta  
    O la mensa mia d'arpia  
    Come l'acqua cade in terra  
    E poi risale su dal mare  
    La tua apparizione appare e non se ne va più  
    Mi ha sorriso mi ha preteso  
    Anche se sono indeciso vado  
    Mi han chiamato all'improvviso  
    Oh! Oh!  
    Sono atteso in paradiso  
    Sì! Sì!  
    Si tramuta l'acqua in vino  
    E non è una circostanza  
    Non ci credo nel destino  
    Nel fato nel caso mai  
    E' finito il mio confino  
    Nella terra di nessuno  
    Mi alzo come un palloncino  
    Sopra il luna park  
    Mille le tue meraviglie  
    Giochi la tua sorte a biglie e vinci  
    Non mi tolgo dalla testa  
    non mi faccio dire basta  
    Petto in fuori e lancia in resta  
    Cherubino o putto mio  
    L'arte di saper morire  
    Parte dal saper cambiare  
    E l'angelo sterminatore se ne è andato via  
    L'angelo ribelle cade dalle scale ma non si fa male  
    Sono atteso in paradiso: qui! 
       
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     lo stilita
     
    mmm...  
    Era una mela di Eva  
    giuri ultimo dei puri  
    Narciso e stagno  
    specchio rotto e chiuso in bagno  
    lo stilita che ti saluta la riverenza la penitenza  
    scende l'ascesi dalla colonna infame e passeggia la differenza  
    Restare in silenzio ha senso?  
    O è istinto di conversazione?  
    Dissento in tanto  
    è rimorso od è rimpianto  
    l'orsa va in letargo e le vaghe stelle dell'orso che si fan largo  
    resto coi piedi a bagno nel Gange ma con le mani intasco le mance  
    mmm...  
    nel deserto rosso le tentazioni che delusioni a pagarle  
    sono scorbuto sono eremita sono isolato e di sfuggita  
    se trasmetto non connetto neanche a letto  
      
      
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     sono sincero
     
    Sono sincero  
    parlo con gli altri  
    racconto chi sono  
    e ci credo davvero  
    e se mi azzardo  
    parlo anche da solo  
    invento comunque  
    ma non da bugiardo  
    Le storie da ripetere allo specchio sono ormai  
    solo quelle contro i filistei  
    di bambole dalle guance pallide  
    e di fughe nelle altre città  
    Sono sincero e non bugiardo  
    finché non mi ascolto  
    finché non mi guardo  
    Sono sincero  
    dico il mio nome  
    suonando campane  
    battendo il tamburo  
    dici sul serio  
    che ti confondo  
    girando più in fretta  
    del sangue del mondo  
    Le storie dette e scritte a quel furetto che non sei  
    son promesse fatte ai farisei  
    alle bambole che per occhi han mandorle  
    snocciolate di loquacità  
      
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